...noi siamo liberi, tutti insieme


mercoledì 3 giugno 2009

...l'inutile miopia di Schifani e Alfano, effetto boomerang


di Alfio Maria Fiamingo

Lo avevo scritto che sarebbe andata così. E non era difficile prevederlo.
Cos'è stata allora, quella dei coordinatori regionali e nazionali, presunzione o, peggio, pochezza di vedute in politica? Cos'è stato nella mente e nella conduzione di Schifani e Alfano?
Molti tra coloro che seguono le vicende in corso in Sicilia sanno che il voto di sabato e domenica ha una valenza che va oltre quella attribuibile al rinnovo del Parlamento in Europa.
Perché l'elettore siciliano - a prescindere dai disegni inutilmente fuorvianti che si sta cercando invano di tratteggiare da parte di quanti sembra si accorgano soltanto adesso di aver scagliato un boomerang contro se stessi - sa che dal voto delle urne verranno fuori altre indicazioni, di più immediato impatto riguardo al futuro dell'Isola e dei suoi abitanti: il prevalere o meno di una politica che opera nel sottobosco delle spartizioni e degli affari, delle attribuzioni dei meriti e della demagogia; o il prevalere di una politica di servizio, indirizzata a un benessere e a uno sviluppo che sia complessivo e inclusivo di tutte le fonti di provenienza delle istanze espresse dalle persone che continuano a desiderare di vivere in una regione in cui sia possibile avere riconosciuti i propri diritti, senza che siano elargiti come fossero favori.
Questo, da sempre, "against all odds" [nonostante tutti gli ostacoli], ha sostenuto nella sua azione politica Gianfranco Micciché... il desiderio di porre le basi perché anche in questa terra, la nostra, si abbia senza dover chiedere, né dare qualcosa in cambio.
A volte incompreso, anche dalla parte più sana della società civile, specie tra coloro che in buona fede vorrebbero tutto e subito, quasi fosse un "paradiso rivelato", lo stesso immaginato da Baudelaire nei suoi scritti sull'Arte romantica.
A volte persino messo alla berlina, anche da certa stampa, certi giornalisti, certe firme anche prestigiose, certe testate d'alto livello e d'alto salotto.
Le dice le cose, con il loro nome, tutte le volte che c'è da dire qualcosa, lui, Micciché.
E c'è sempre qualcosa di denso e di involucro per il futuro, anche se non tutti sanno accorgersene.
Non è solo miopia, quella di chi ha provato a remargli contro. Ma sa definirsi nel modo in cui diventa espressione stessa di un'inconsistenza a certi occhi, se attenti già in anticipo, sin troppo palese.
Schifani, Alfano, Castiglione, Firrarello...
Sandro Bondi, Denis Verdini, Ignazio La Russa...
Soltanto in errore?
Non ci si può vendere la Sicilia e i fondi ad essa destinati in cambio di un'assunzione di forza e di forza di potere, ha detto Micciché.
E ha sottolineato come sia la prima volta che Berlusconi non viene in Sicilia, per una tornata elettorale. Perché verrà dopo, per compiere le sue scelte.
Senza presunzione, Gianfranco Micciché sapeva che non avrebbe funzionato la linea della vecchia politica o, peggio, della politica per il potere. Sapeva che la sospensione dei suoi non avrebbe nuociuto ad altri che ai suoi avversari, Schifani e Alfano.
L'ho scritto lo scorso anno e poi anche qui, ancora pochi giorni prima che accadesse.
Di questo terribile boomerang che il "duo + duo" aveva lanciato contro se stesso.
Si tenta di sviare, scrivevo sopra... Cosa farà Micciché se Lombardo prende pochi voti, ci si domanda per fuorviare, in un modo manifestamente illogico. Fingendo di non sapere che la risposta è "un bel nulla". Perché Micciché fa la campagna elettorale per il PDL, per i suoi valori, per le cose in cui crede, ideali di autentico sviluppo e valore. Micciché fa la campagna perché Michele Cimino, che di quei valori e ideali è sana espressione, prevalga sui candidati sostenuti da Schifani e Alfano, che a quel mondo di ipocrisia, miopia e incapacità politica fanno riferimento.
A prescindere dal peso attribuibile al rinnovo del parlamento europeo, in Sicilia si gioca una partita importante per il territorio.
In questo, Michele Cimino deve avere quanto più possibile il consenso di tutta la gente che vuole ritenere ancora e poi ancora di porre le basi per un futuro non immaginato ma realizzabile.
Nell'urna, sabato e domenica, barrare con una croce il simbolo del PDL e scriverci accanto Berlusconi e Cimino [si possono esprimere entrambe le preferenze], significa ritrovarsi in una direzione finalmente diversa, senza che a provare a imporsi siano le astuzie poco illuminate di una concezione della politica troppo legata al "prevalere", invece che al "servire".
Non potevano sospendere un'idea. Non potevano sospendere una speranza.
Oltre 600 amministratori, ad oggi, si sono autosospesi tra coloro che si riconoscono nella conduzione che Micciché sa interpretare della cosa pubblica.
No, non potevano sospendere i sentimenti delle persone.
Non potevano sospenderci tutti.
Alfio Maria Fiamingo

Nessun commento:

Posta un commento


...il blog ufficiale di Gianfranco Micciché