di Alfio Maria Fiamingo
Sabato a Palermo è nata la creatura politica di Gianfranco Micciché.
A volte abbiamo bisogno di fermarci a guardare le foto che abbiamo appeso alla parete.
Aiuta a capire le cose che accadono, e anche noi stessi.
Quella che al Teatro Politeama di Palermo ha avuto inizio è qualcosa che viene da lontano, nel cuore e nelle idee di chi la propone... al cuore e alle idee di quanti sapranno comprenderne il valore. Dal 2005, dice, ma chissà... dentro, poi, anche se non ci accorgiamo, sappiamo tenere intuizioni e visioni.
Sembra di rivedere, indietro nel tempo e nella mente, come a fare un copia e incolla dal passato.
Quando, dopo la nascita di mio figlio, sul finire del 2008 diedi vita su Facebook a un gruppo libero di sostegno alle idee e alla politica di Micciché, e a questo blog che del gruppo ha inteso essere la voce sul web, proprio mentre il blog ufficiale di Gianfranco era in pausa, sapevo di non essermi sbagliato sulle intuizioni e sui percorsi che, da quella che aveva suonato come una sconfitta per alcuni - e troppi - definitiva, muoveva invece, con lucida consapevolezza, la manovra intelligente del leader palermitano. Certo, la rivoluzione annunciata nell'immediatezza del dopo Cuffaro a molti - e troppi - era apparsa come un tentativo velleitario di coinvolgimento elettorale subito rientrato e ridimensionato da imposizioni dall'alto, da ciò che si era deciso a Roma e in Sicilia a proposito della candidatura di Lombardo. Si è venduto per una poltrona, hanno detto impropriamente in molti. Tra questi, coloro che continuano a pensare ancora adesso che sia tutto un discorso di incarichi e privilegi. Anche a proposito di Forza del Sud. Su questo blog e sul mio blog personale è riassunta la trama di questa preziosa tessitura, invece. Lui non ha mai smesso di credere in quella rivoluzione così convintamente annunciata a poche settimane dalla primavera del 2008.
Oggi, a scriverne, è quasi indispensabile un copia e incolla. Ma, nello scorrere dei momenti che hanno condotto sin qui, a molti - e troppi - non è apparso chiaro il senso di un percorso invece a lungo meditato e razionale. I post sono su queste pagine. Ma sul partito che vede finalmente farsi concreta la certezza di Micciché, a proposito delle capacità del Sud e della nostra Isola, ecco come chiudevo nel luglio del 2009, dopo quella che a tanti - e troppi - era sembrata un'altra sconfitta [europee di giugno].
E pensare che numerosi - e troppi - erano a non crederci.
Anche i due post che trovate sotto dicono molto sull'intelligenza politica di Gianfranco e sul suo attaccamento ai valori di condivisione e di sviluppo per la Sicilia e il Sud.
Le idee hanno i numeriLiberi possiamo esserlo, ma per farlo dobbiamo staccarci dai pre-giudizi e ascoltare dentro le parole.
Sul tema Raffaele Lombardo ecco un post del maggio 2008, a proposito di quanto sia stato già da subito negli intenti di Micciché Note post regionali 2008 .
"Le domande che riguardano da dentro ciascuno di noi la condivisione del futuro che proviamo a immaginare, in uno dei modi nei quali potrà essere, servono a provare a mettere a confronto le risposte, mai univoche, molteplici a volte quanto le istanze dalle quali sorgono e vengono poi alla luce... Chi ha letto il percorso degli ultimi anni della politica - siciliana e non - sa che questo che viviamo nei giorni di adesso è il punto di chiusura di un cerchio aperto dall'intelligenza delle cose, dalla capacità di guardare oltre il contingente, da quello sguardo verso il futuro che ha saputo accompagnare il filo di conduzione che Gianfranco Micciché ha inteso svolgere, nel tempo, in quella che altre volte ho definito una tessitura finissima, per raggiungere gli obiettivi che nella sua mente sono sempre stati lucidamente presenti, spesso mal compresi - o non compresi affatto - da molti, così da rendergli contro i giudizi malevoli di certa stampa e di certe figure del mondo della politica; e anche di quella parte di elettori che avrebbero voluto, ancor più celermente di quanto è accaduto, vedere i risultati che, invece, soltanto un abile disposizione delle mosse - sulla scacchiera di un quadro altrimenti difficile da comporre - ha saputo realizzare".
"Tutti insieme"... A guardarsi indietro l'espressione "Prima di tutto la Sicilia" - e il Sud - non è stata mai tradita da Micciché. Certo, con gli occhi confusi nella vista miope di chi non sa andare con lo sguardo se non che a pochi centimetri da se stesso, può succedere di sentirsi dire di più di quanto l'immaginazione saprebbe. Attaccato alla poltrona, vigliacco, quaquaraquà. O anche "Acchiappacazzi", a proposito del "visionario" lucidamente folle di Rotterdam.
Ma che importa, poi, davvero?
"Un uomo, una persona, fa quel che deve fare, a prescindere da cosa sarà detto di lui, diceva in un'intervista Giovanni Falcone", ho già ricordato altre volte.
"Io vado pazzo per questo progetto, perché ci credo in una maniera folle", ha detto al fine Micciché parlando a quanti si trovavano ad ascoltarlo in teatro lo scorso sabato. "Io credo in questa terra", la nostra, ha concluso.
Perché si realizzi, occorre averlo un sogno.
Perché si realizzi, occorre averlo un sogno.
Stipendi d'oro e stipendi da fame!
RispondiEliminaStipendi da fame e prezzi alle stelle! Siamo tutti - tranne "loro" - in caduta libera, appesi a un... Pil che di 'crescere' proprio non ne vuol sapere! Intanto i prezzi dei prodotti acquistati con maggiore frequenza - dal cibo ai carburanti - aumentano in maniera esponenziale! Secondo l’Istat, del 4,2% su base annua, con un rialzo superiore al tasso d'inflazione (3,2%) e a quanto registrato a luglio (4%). Secondo Federconsumatori, gli aggravi solo nel settore alimentare, ammontano ad oltre 308 euro annui a famiglia. Il pieno di benzina verde è schizzato del 15,1% in un anno, quello di gasolio del 17,5%. Con conseguenze pesanti sul portafoglio delle famiglie. Secondo Confcommercio, il caro-carburanti sottrae oltre 6 miliardi di euro ai consumi annui. “L'aumento dei prezzi dei prodotti acquistati con maggiore frequenza colpisce in primo luogo chi oggi già fatica ad arrivare alle fine del mese ma non può certo smettere di mangiare”, commenta il Codacons, secondo cui “solo per fare la spesa una famiglia di 4 persone spenderà 613 euro all'anno!”. Adiconsum ha rilevato che “in un anno l'aumento di un ipotetico carrello della spesa settimanale di una famiglia di 4 persone, composto da: carni, prodotti ittici, verdure e ortaggi, frutta, altri prodotti, è stato del +4,42%”!!! Con punte di aumenti del 6,61 per il pesce. Volano i costi delle spese fisse, tra le quali rientra anche la voce “abitazioni” (+7,1%), sotto la pressione delle tariffe di affitto, manutenzione, acqua, luce, gas. E continuano invece a perdere sempre più consistenza le buste paga! Poi Confindustria si preoccupa se i consumi procapite nel 2012 registreranno “la flessione più grave del dopoguerra (-3,6%) e nel 2013 torneranno sui livelli del 1997”!!!
Bene, anzi male, malissimo!!! E allora "fate qualcosa"!!! Ma chi è preposto a "fare qualcosa" in quanto "pagato profumatamente" dai cittadini italiani per trovare soluzioni ed attuare provvedimenti, ha provveduto, seppur egregiamente, a risolvere soltanto i "suoi" di problemi. Come? E’ presto detto.
Secondo il ministro Filippo Patroni Griffi sono 18 i manager pubblici il cui stipendio supera ancora il tetto dei 294.000 euro, limite imposto dal decreto Salva-Italia. Ma questa è solo la punta dell’iceberg! L’esercito degli stipendi d'oro dei “mangia pane a tradimento” degli “amici degli amici” è molto più numeroso! Ma in questo strano Paese dove i ministri proclamano, i politici promettono e le associazioni denunciano, i cittadini continuano inspiegabilmente a pagare “zitti e mosca” gli sprechi della malapolitica!!!