E' una terra che ha visto incrociarsi e crescere culture diverse, la nostra. Come un percorso nel tempo, quasi a ricordare il fiume che Hermann Hesse, nel "Siddharta", definisce in un punto sempre uguale a se stesso, ma arricchito da quel che lo scorrere delle sue fredde acque ha saputo depositare, giorno dopo giorno. Al centro del mediterraneo, terra libera, anche nelle volte in cui ha subito dominazioni, perché, pure da quelle, ne ha tratto spazio per dare origine al confronto, mai statico, sempre in divenire. Qualcosa che è elemento della diversità, della capacità di ascoltare dal racconto della storia, che non è mai fatto di parole soltanto, ma del numero degli accadimenti che hanno svolto, come quando avviene per un rotolo, le pagine che nei secoli abbiamo saputo esprimere di noi. Ricordo, stamane, Pirandello, Sciascia, Quasimodo. C'è stato un momento che ha dovuto consegnare una parte della nostra libertà altrove, sul finire della seconda guerra mondiale. Si può soggiacere a qualcosa di più grande, ma non si perde, mai, il vero senso dello spirito che appartiene al nostro essere. Tutto ha una fine, quale che sia e quale che sia il fenomeno. Non c'è realizzazione che non nasca da una visione, da quel che la mente sa immaginare - e interpretare - prima ancora che avvenga. Sono le idee, a guardarsi indietro, a muovere il mondo e la sua storia. Nulla di grande è mai nato da una conta di numeri, ma da qualcosa che si è staccato in modo autonomo, per la comprensione di un libero modo di pensare e di creare, e che ha poi saputo trovare una strada propria da percorrere per arrivare dove altri, a volte i molti, non avevano lo sguardo per vedere.
Alfio Fiamingo
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